Per molte generazioni, l’universo magico di Hogwarts è stato un compagno di vita insostituibile, un rifugio sicuro che ha alleviato anche i momenti più difficili.
Tuttavia, mai prima d’ora è stato possibile attraversare le porte della sala grande di Hogwarts, partecipare alle lezioni e trascorrere la notte nei dormitori del castello, cioè vivere la vita al di là dell’inchiostro promesso da Hogwarts Legacy.
Questo titolo di Avalanche Software ha una doppia anima, dalle forme mutevoli: per alcuni è un videogioco di ruolo come tanti altri, ambientato in un mondo aperto tratto da una celebre saga letteraria; per altri rappresenta la realizzazione di un sogno impossibile che è stato nutrito con speranza per decenni.
Per gli amanti di Harry Potter e di tutto il mondo di Hogwarts la parte iniziale del gioco è qualcosa di stupefacente, sembra di essere catapultati nel vero mondo del piccolo maghetto
La grafica è davvero ben fatta e la narrazione non è da meno ad esempio la descrizione dell’arrivo a Hogwarts e delle prime fasi di esplorazione della scuola, insieme agli incontri con i diversi personaggi, dai professori agli studenti, ai fantasmi e a tutti gli altri, sono stati studiati con grande attenzione, rendendoli estremamente soddisfacenti sia per la trama in sé, che per le numerose citazioni ai film e ai libri.
Anche il primo viaggio a Hogsmeade e il primo volo sulla scopa sono stati descritti in modo eccellente, arricchendo ulteriormente l’esperienza di lettura.
La trama di Hogwarts Legacy
È il 1890 e Hogwarts è governata dal detestato preside Phineas Nigellus Black, antenato di Sirius.
Nel mondo dei maghi, il Ministero della Magia è preoccupato per le rivolte dei Goblin, guidati da Ranrok, che si stanno verificando nelle campagne scozzesi.
Nonostante ciò, la vita nel Wizarding World procede normalmente, con studenti che si recano a Hogwarts in treno e famiglie magiche che frequentano i negozi di Hogsmeade.
Il protagonista o la protagonista di Hogwarts Legacy entra in scena, essendo stato rilevato dal mondo magico con qualche anno di ritardo e ammesso in via eccezionale al quinto anno di Hogwarts. Il professor Eleazar Fig lo affianca per colmare le sue lacune.
Durante l’addestramento, la coppia scopre che il giovane mago ha un misterioso legame con la magia antica, una fonte di potere perduta da secoli, capace di erigere le leggendarie mura di Hogwarts. Questo potere ancestrale è ambito da molti, tra cui il goblin Ranrok e il mago oscuro Victor Rookwood, capo dei mercenari Ashwinder.
il mondo magico di Hogwarts
Nel bel mezzo delle highlands scozzesi, si ergono gli imponenti torrioni del castello di Hogwarts, antica scuola di magia che domina un intreccio di fitte foreste rispecchiate dalle acque tranquille dei laghi.
Le case a spiovente si adagiano tra le montagne, tra cui brilla il vivace villaggio di Hogsmeade. I binari dell’espresso che conduce a Londra tagliano le valli circostanti, mentre oltre le ultime rovine si estendono le coste, dove le scogliere si protendono verso il mare.
Il nuovo gioco Hogwarts Legacy si sviluppa in un mondo completamente open world, che permette ai giocatori di alzarsi al mattino, uscire dal dormitorio, passeggiare nei cortili e raggiungere a piedi Hogsmeade per acquistare attrezzature per le pozioni o una nuova scopa volante.
Questo mondo aperto, tutt’altro che vuoto, finisce per rivelarsi fin troppo pieno di contenuti. L’ampia regione è costellata di piccoli punti di interesse, dalle prove di Merlino, dei puzzle ambientali che permettono di ampliare l’inventario, fino agli accampamenti di maghi oscuri da abbattere, dalle grotte in cui recuperare attrezzature alle numerose tane degli animali fantastici. Ogni cento passi si incontra una rovina magica, un posto per osservare le stelle o una piccola interazione che conduce a una sala del tesoro.
La densità di contenuti può essere considerata un pregio o un difetto, ma in questo caso, essendo ambientato nel mondo di Harry Potter, risulta essere una caratteristica distintiva.
La conclusione
Man mano che l’avventura si avvicina alla conclusione, le crepe nel gioco diventano sempre più evidenti.
La trama principale, nonostante le promesse iniziali, si rivela piuttosto banale, generica e prevedibile; anche le sottotrame delle missioni più importanti offrono poche sorprese.
L’unica sottotrama riuscita sembra essere quella di Sebastian, in cui c’è un minimo di dilemma morale, di ambiguità e di spunto di riflessione.
Per il resto, tutto è molto chiaro e immediato: i cattivi sono cattivi, i buoni sono buoni, e le aree grigie sono rare.
Il protagonista rimane privo di qualsiasi backstory significativo e sembra essere il personaggio più monodimensionale del gioco. La storia procede su un singolo binario e le scelte effettuate durante il gioco non hanno un impatto significativo sull’epilogo.
Anche le due o tre decisioni finali non influenzano in modo significativo la storia principale o le sottotrame importanti. Inoltre, c’è un’intera area della mappa che è vuota, e l’ultima cavalcatura che si sblocca viene utilizzata solo per una missione specifica e poi viene in gran parte dimenticata nell’inventario.
Anche la progressione del gioco è deludente: una volta capiti i meccanismi, i combattimenti diventano generalmente molto facili e prevedibili, anche a livello di difficoltà massimo. Non è impossibile essere sconfitti, ma bastano pochi colpi per perdere tutti i punti vita.
La longevità del gioco non è eccezionale: è possibile completare la storia principale, tutte le sottoquest e raggiungere il 100% degli obiettivi in circa cinquanta ore di gioco, se si seguono le trame secondarie si arriva tranquillamente a 70 ore di gioco